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L'appello di AAIITO e ARCO per non interrompere Omalizumab dopo un anno di trattamento

Aggiornamento: 20 mag 2019

L’Associazione Allergologi e Immunologi Italiani Territoriali e Ospedalieri (AAIITO) e L’Associazione Ricerca e Cura dell’Orticaria (ARCO) esprimono unitamente il loro apprezzamento al Corriere della Sera per la pubblicazione di una intera pagina dedicata al problema dell’impossibilità di proseguire il trattamento con il farmaco biologico Omalizumab nei pazienti affetti da orticaria cronica spontanea severa i quali abbiano recidivato al termine dell’anno di trattamento (efficace) attualmente consentito.

AAIITO e ARCO ribadiscono che:

  • L’Italia è l’unico paese del mondo occidentale ove vige questa regola assurda che pone un limite temporale al trattamento di una patologia che è cronica nel nome stesso.Tale limite temporale non esiste per l’impiego del medesimo farmaco biologico nei pazienti affetti da asma.Centinaia di pazienti affetti da orticaria cronica spontanea severa sono attualmente impossibilitati a proseguire un trattamento medico innocuo al quale hanno ottimamente risposto, con grave detrimento della qualità di vita e maggior rischio di danni alla salute legati all’inevitabile impiego di farmaci associati ad una tossicità di gran lunga superiore (ad esempio, la ciclosporina la quale, per inciso, viene pure utilizzata off-label pur essendo prevista dalle linee guida internazionali attualmente vigenti)Tale situazione non è etica per i medici che hanno in cura i suddetti malati e configura tratti di assoluta incostituzionalità venendo meno la tutela della salute dei pazienti affetti da orticaria cronica spontanea grave.

  • Inoltre, duole constatare come AIFA e Regione Lombardia stiano ancora tergiversando ad oltre 1 anno dalla avvenuta segnalazione di tale intollerabile situazione da parte delle società scientifiche interessate riunite (gennaio 2018) e a seguito delle audizioni da parte di ARCO tra febbraio e marzo c.a. e delle numerose interrogazioni parlamentari al Ministro della Salute da parte della medesima. La situazione risulta ancor più intollerabile in quanto vige il blocco del medicinale solo in alcune regioni italiane (Lombardia, Sicilia, Liguria) definendo de facto un’iniquità territoriale della cura e dunque inasprendo ulteriormente la totale mancanza di rispetto dell’articolo 32 della Costituzione italiana relativa alla tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività.

ARCO e AAIITO si augurano che le Autorità preposte vogliano porre fine al più presto a questa incredibile, incresciosa situazione.


Lettera a firma:

Prof.ssa Elena Radaelli, Presidente ARCO

Dr. Riccardo Asero, Presidente Eletto AAIITO

Dr. Antonino Musarra, Presidente AAIITO


La lettera è disponibile anche in formato PDF a questo link.

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